La diagnosi energetica consente alle aziende di fare una fotografia i propri consumi di energia e permette di individuare e quantificare le opportunità di risparmio energetico che possono essere raggiunte sotto il profilo costi-benefici.
Per alcune imprese è obbligatoria e le inosservanze sono soggette a sanzioni. Noi di Fervo, in qualità di società di servizi energetici (ESCo), abbiamo fatto luce sull’argomento e sugli adempimenti essenziali definiti dalle normative.
Oggi più che mai si avverte il bisogno di tenere sotto controllo i propri consumi energetici: l’obiettivo ambizioso dell’Unione Europea è quello di riuscire a ridurli di almeno il 32,5% entro il 2030. Un’esigenza che riguarda in particolar modo le aziende, che si trovano ad affrontare un momento di crisi – ancor più acuita dalla delicata situazione internazionale – e hanno l’esigenza di monitorare l’utilizzo di energia relativo alle proprie strutture.
Un’attenzione che non ha solo ritorni per la singola azienda, ma che rappresenta un interesse per l’intero sistema della catena energetica generale, la cui gestione sostenibile ha ricadute benefiche su ambiente, salute pubblica, costi energetici di imprese e famiglie, aumento della competitività, creazione e mantenimento dei posti di lavoro e rilancio dell’attività in tutti i settori dell’economia.
Tecnicamente quella che deve essere applicata in questi casi è la cosiddetta “diagnosi energetica”, procedura che per molte aziende (private e pubbliche), indicate in modo specifico dalla legge, è obbligatoria.
Diagnosi energetica, che cos’è?
La diagnosi energetica è la valutazione sistematica che un’azienda svolge su come impiega l’energia dal momento dell’acquisto fino a quello del suo utilizzo finale.
In pratica, rappresenta lo strumento più qualificato ad analizzare l’insieme della gestione energetica propria di un’attività che può essere di natura industriale, legata ai servizi e al settore primario o terziario.
Nella sostanza, una diagnosi energetica deve riportare in modo preciso e dettagliato vari momenti legati all’utilizzo dell’energia:
- in quale modo e in quale luogo l’energia entra nello stabilimento, nell’impianto o anche solo in una parte dell’attrezzatura in dotazione all’impresa
- come viene utilizzata l’energia e come viene ripartita
- come viene trasformata da quando viene introdotta a quando viene utilizzata
- con quali accorgimenti potrebbe essere utilizzata in modo più efficace ed efficiente.
I nostri esperti Eco2zone, società del Gruppo Fervo certificata E.S.Co (Energy Service Company), possono eseguire la fotografia energetica di un tuo immobile o impianto e individuare le aree di miglioramento che lo riguardano. Clicca qui per maggiori informazioni.
Diagnosi energetica, per chi è obbligatoria?
L’art. 8 del D.Lgs. 102/2014, che ha recepito l’obbligatorietà per certe aziende della diagnosi energetica fissata dalla Direttiva Europea 2012/27/UE sull’efficienza, sottolinea che i soggetti obbligati a svolgere diagnosi energetiche presso i propri siti produttivi sono le grandi imprese e le imprese a grande consumo di energia.
Le grandi imprese, sempre secondo l’art. 8, sono quelle che rispondono a tre requisiti:
- occupano più di 250 persone
- hanno un fatturato superiore a 50 milioni di euro
- realizzano un totale di bilancio annuo superiore ai 43 milioni di euro.
Non rientrano tra le grandi imprese obbligate a eseguire una diagnosi energetica quelle che presentano consumi energetici complessivi annui inferiori a 50 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio).
Le imprese a forte consumo di energia, invece – secondo quanto precisato dal DM 27/12/2017 – sono quelle caratterizzate da un consumo di energia elettrica maggiore di 1 GWh, che appartengono a uno dei settori merceologici indicati dalle Linee Guida UE e che sono iscritte agli elenchi pubblicati ogni anno dalla CSEA, la Cassa Servizi Energetici ed Ambientali.
La tua azienda rientra nelle categorie per cui è obbligatoria la diagnosi energetica? I nostri consulenti possono aiutarti a capirlo e a espletare tutte le azioni richieste per l’esecuzione della diagnosi energetica.
La rendicontazione del risparmio energetico
L’articolo 7 del D.Lgs. 102/2014, modificato dal D.Lgs 73/20 stabilisce che, entro la scadenza del 31 marzo di ogni anno, le aziende debbano comunicare all’ENEA – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile – i propri dati relativi al risparmio energetico attuato rispetto all’anno precedente.
Si tratta di un obbligo cui sono soggette tutte le aziende che devono per legge attuare la diagnosi energetica, tutte le aziende che si sono dotate di un sistema di gestione dell’energia secondo la certificazione ISO 50001 e gli enti pubblici che ricadono in queste due categorie.
Resta inteso che anche le aziende che non rientrano in questi contesti sono libere di comunicare liberamente il proprio risparmio all’Agenzia nazionale.
Noi di Fervo siamo a disposizione per aiutarti a migliorare l’efficienza energetica della tua azienda e a comunicare all’ENEA in maniera chiara e adeguata i dati di risparmio raggiunti.
Le esenzioni dalla diagnosi energetica
Le grandi imprese o quelle ad alto consumo di energia sono esentate dall’eseguire la diagnosi energetica prevista dal D.Lgs 102/2014 quando adottano un sistema di gestione volontaria ISO 50001 certificato da un Organismo accreditato.
Come chiarito dal Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) nel dicembre 2018, l’azienda per godere dell’esenzione deve inviare i propri dati relativi all’utilizzo energetico e certificati ISO 50001 all’ENEA, seguendo quanto indicato dall’Agenzia nazionale nell’ambito delle “Linee Guida per il Monitoraggio nel settore industriale”, con attenzione alle guide settoriali pertinenti (consulta il sito dell’Enea).
Nel caso in cui solo una parte dell’azienda goda della certificazione ISO 50001, la stessa azienda deve eseguire una diagnosi energetica e presentare all’ENEA la rendicontazione della gestione per tutti i suoi siti produttivi che risultano non essere certificati.
Vuoi adottare un sistema di gestione volontaria ISO 50001 e non sai come fare? I nostri esperti di ambiente, qualità e sicurezza sul lavoro possono aiutarti a eseguire tutte le pratiche necessarie per richiedere e ottenere la certificazione.
Rendicontazione obbligatoria, le sanzioni per chi non provvede a eseguirla
Nel caso in cui non si proceda alla comunicazione della propria rendicontazione, quando obbligatorio, si incorre nelle sanzioni previste dal D.Lgs 102/2014 che sono state, per quanto riguarda le pene pecuniarie, nel tempo aggiornate.
In caso di accertata violazione il MISE può applicare una sanzione da 4mila a 40mila euro alle aziende che non hanno adempiuto all’obbligo e da 2mila a 20mila per le diagnosi che, pur eseguite, non sono state effettuate in conformità alle prescrizioni.
Accanto alla pena pecuniaria c’è la diffida per l’azienda che ha trasgredito a eseguire ed esibire una giusta diagnosi entro un termine di 90 giorni dalla data della contestazione immediata o dalla data della notificazione del verbale di accertamento. Decorso questo termine, viene applicata una sanzione amministrativa pecuniaria di importo variabile tra i 1.500 e i 15mila euro.
Una pena pecuniaria è prevista inoltre per le aziende che non attuino almeno uno degli interventi per una maggiore efficienza indicati nella propria diagnosi o che, in alternativa, non adottino sistemi di gestione conformi alle norme ISO 50001: in questo caso la sanzione va dai 1.000 ai 10mila euro.
Le sanzioni per mancata o non conforme diagnosi energetica sono particolarmente pesanti sotto il profilo pecuniario. Non rischiare di esserne soggetto, il nostro team è a disposizione per supportarti in tutti gli adempimenti legislativi e burocratici richiesti.
Il Credito d’imposta per l’acquisto di energia nel 2022
Sapevi che le imprese italiane (energivore e non) possono usufruire di un credito d’imposta per l’acquisto di energia nel 2022? Qui le informazioni e le indicazioni per avere tutti i consigli e le risposte dei consulenti di Eco2zone, E.S.Co. del Gruppo Fervo.